L’astrolabio è un antico strumento
astronomico portatile che serviva ai naviganti per misurare l'altezza degli
astri sull'orizzonte, poi sostituito con il sestante. Fu inventato intorno al
II a. c. e perfezionato in pieno Rinascimento, poi sostituito quando
subentrarono anche orologi meccanici nel 1600. Nella sua forma più semplice
l’astrolabio è costituito da un disco graduato di una quindicina di centimetri
di diametro, sul quale è segnato un raggio in corrispondenza dello zero. Al
centro del disco è imperniata un’asta girevole, detta “alidada”, che si può far
ruotare. Puntando il raggio verso una stella e l’alidada verso un’altra stella,
si può conoscere la distanza angolare fra le due stelle. Allo stesso modo si
può misurare l’altezza degli astri sull’orizzonte. Attualmente vengono
costruiti astrolabi molto precisi muniti di cannocchiale. Anche nel nuovo mondo internettiano
del 2.0 esistono astrolabi interattivi che navigano all’interno della volta
celeste individuando la posizione delle costellazioni in ogni giorno dell’anno
e in ogni ora del giorno.
Tutte le etichette dei vini dell’azienda Il Chiosso in Piemonte, più precisamente a Gattinara raffigurano degli antichi astrolabi, molto colorati e permeati da grande fascino e carisma come del resto lo sono tutti i vini prodotti.
L'azienda Il Chiosso produce, da importanti cru storici , vini di prestigiose denominazioni quali Gattinara, Ghemme e Fara.
Il Chiosso ha natali recenti, nasce nel 2007 dall’unione però, di chi il vino lo conosce e lo fa da sempre: il produttore ed enologo di Ghemme Marco Arlunno con Carlo Cambieri, proprietario di vigneti in Gattinara. L’azienda possiede superfici vitate dislocate sull’intero territorio dell’Alto Piemonte, principalmente a Nebbiolo dove qui viene chiamato Spanna, territorio dove il fiume Sesia segna il confine naturale tra la provincia di Vercelli e quella di Novara, e divide fisicamente le colline del Gattinara Docg e del Ghemme Docg, mentre il Fara Doc è poco più a Sud anche se è considerata la Doc più a Nord del Piemonte.
Sul versante orientale invece sono dislocate le Colline Novaresi con le
differenti tipologie di vitigno. Una in particolare ha una storia un po’
curiosa, quella dell’Erbaluce che, in questa zona con la denominazione
Doc di Colline Novaresi, non può essere menzionata; ovvero, non può
apparire in etichetta il nome del vitigno con il quale è prodotto. La
cosa più assurda è che l’Erbaluce è l’unico vitigno ammesso da
disciplinare. Così l’azienda chiama il vitigno “l’impronunciabile” per
non subire sanzioni punitive. Altre aziende, in questa zona, si sono
adeguate a chiamare l’Erbaluce “l’innominata”, “senza nome” ecc. perché
le leggi sono strane, tutti lo sanno!!
Il Gattinara Galizja Docg 2009
ha in etichetta sempre un astrolabio con all’interno un drago che l’azienda ha
voluto come metafora del drago descritto da Omero: “animale fantastico con
vista acuta, agilità di un’aquila e la forza di un leone”. Le uve del Galizja (Nebbiolo
100%) variano dai 15 ai 40 anni di età e appartengono al vigneto più importante
inserito nella zona più storica e più vocata di questa denominazione. La
vinificazione avviene in botte grande e matura sempre in botte grande nuova e
vecchia da 1000 e 5500 litri.
Veste un bel colore granato radioso. I suoi
profumi sono eterei e soffusi con una ventata balsamica in primo piano che
lascia il posto a un cioccolatino alla menta, ciliegie macerate in alcol, rose
appassite e bastoncino di liquirizia. Fatui refoli salmastri nel finale. In
bocca ha freschezza determinata e giusta struttura scandita da eleganza, come
per un vestito di alta sartoria. Tannini fitti e maturi puntellano il palato
delicatamente. Lunga sapidità. Incantevole.
Il Chiosso
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