Di un brano musicale, come di un vino l'aspetto che apprezzo maggiormente e' l'armonia. Alla parola armonia nn saprei dare una definizione esauriente, ma credo vada trovata nella natura intima delle cose.
Per l'abbinamento tra vino e musica si potrebbe partire dal ritmo, perché scandisce il tempo, creando simmetrie. A livello molecolare la simmetria e' importante, ma un altro aspetto importante e' la risonanza ed è proprio in questa che risiede il segreto di questo abbinamento. Ritmo e risonanza.
Le molecole che compongono il vino possono entrare in risonanza con le frequenze emesse dagli strumenti musicali, creando quindi l'armonia.
Ciò detto accosterei i suoni degli strumenti e i caratteri organolettici salienti di un vino e di un cibo.
Questo perché l'esperienza sensoriale altro non è che la risposta fisiologica del nostro corpo e della nostra mente quando si trovano immersi in un 'campo pertubativo'.
Un abbinamento per risonanza e' di fatto assimilabile ad un abbinamento per concordanza.
Il ritmo, e quindi il genere musicale, va invece a modulare le frequenze, ulteriormente complicate dal numero di strumenti suonati contemporaneamente.
Musica alte frequenze:
Strumenti a corda tipo arpa, violoncello, chitarra oppure a percussioni metalliche;
Vino o cibo:
Vino o cibo:
Vini giovani, con profumi primari preponderanti, presenza di CO2, equilibro più spostato verso le componenti dure; cibo a reazione basica.
Musica basse frequenze:
Strumenti a fiato tipo flauto, sassofono, tromba oppure strumenti a percussione tipo batteria;
Vino e cibo:
Vini evoluti, profumi secondari e terziari, equilibrio spostato verso le componenti morbide; cibo a reazione acida.
Ma I toni morbidi e trasognanti di una musica, di un brano con un vino dolce vogliono anche un buon sostegno acido per non venire sommersi tra vino e musica da un mare di melassa.
Ma I toni morbidi e trasognanti di una musica, di un brano con un vino dolce vogliono anche un buon sostegno acido per non venire sommersi tra vino e musica da un mare di melassa.
Occorre cercare un difficile equilibrio tra l'inevitabile soggettività del proprio gusto e il più ampio sentire comune. Se la miscela e' buona si potrebbe verificare quella che i più colti chiamano 'sinestesia' termine che indica un vero e proprio fenomeno psichico in cui il soggetto percepisce in modo contaminato sensazioni provenienti da sensi diversi.
Baudelaire parlava di 'una facoltà che intuisce immediatamente, al di fuori dei metodi filosofici, i rapporti intimi e segreti delle cose, le corrispondenze e le analogie.'