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Il mito di Diòniso, dio della vegetazione, della fertilità, della procreazione, della vite e del vino |
Durante la loro storia millenaria la vite ed il vino hanno esercitato sulla cultura dell’uomo un’influenza rilevante e sotto molteplici aspetti superiore a quella di altri prodotti agroalimentari.
I valori simbolici, religiosi e culturali della vite e del vino sono stati espressi, fino dalle epoche più remote, in una serie vastissima di raffigurazioni. Si può, infatti, supporre che siano rari i musei, le chiese, i luoghi archeologici in cui non siano presenti opere d’arte attinenti alla vite ed al vino.
Tra i recipienti usati per il vino, oggetto in tutti i tempi di produzione artistica molto ampia e diversificata, è la coppa, alla quale sono stati attribuiti particolari valori simbolici: vaso dell'abbondanza (il seno materno che produce il latte); emisfero del cranio umano; recipiente della bevanda dell'immortalità. Secondo la nota leggenda medievale, il "Graal" era la coppa usata da Cristo nell'ultima cena, nella quale Giuseppe d'Arimatea raccolse il sangue del Salvatore crocifisso.
Altri recipienti usati per bere, conservare, trasportare e commerciare vino, costruiti in forme e dimensioni diverse, costituiscono un vastissimo settore in cui l’uomo ha espresso la sua ispirazione artistica: dalle anfore, ai vari contenitori di terracotta, di ceramica, di vetro, fino alle botti di legno con la faccia scolpita, tipiche della tradizione dei Paesi germanici, ed ai moderni, raffinati bicchieri, in cui si compendiano la bellezza artistica e le condizioni fisiche più adatte per la valutazione visiva ed organolettica dal vino.
L'arte è stata espressa anche in altri oggetti quali bottiglie, etichette ed anche cavatappi, di cui esiste una collezione di oltre 1200 esemplari costruiti durante gli ultimi tre secoli in vari Paesi del mondo.
Molto vasta e di antichissima origine è inoltre la poesia ispirata alla vite ed al vino, fiorita in tutti i tempi e presso le varie civiltà: dalle raffinate espressioni del Cantico dei cantici ai poemi omerici; dagli eleganti versi di Alceo, fino ai vari poeti latini, e successivamente, ai "Carmina Burana", stupendamente musicati da C. Orff nel 1937; dalle composizioni goliardiche di Morando da Padova al "Bacco in Toscana" di Redi che, fra l’altro, condannava duramente altre bevande, quali il caffè, la cioccolata e soprattutto la birra, ai poeti contemporanei, sia italiani (Carducci, Pascoli, Pavese, Trilussa ed altri), sia stranieri, tra cui Petöfi, il poeta della rivoluzione ungherese, che assimilava il vino alla poesia e in particolare Baudelaire, che al vino dedica cinque poesie, in cui esprime i diversi, profondi sentimenti che legano l'uomo a questa bevanda. Il vino ha ispirato anche poeti di culture orientali, di cui l'esempio più celebre è Omar Khayyam, vissuto in Persia tra il 1000 ed il 1100, che al vino dedicò molte delle sue celebri "quartine". Vari sono, infine, i riferimenti alla vite e soprattutto al vino anche nell’antica poesia cinese.
Nella cultura popolare l'interesse per la vite ed il vino è documentato anche dall’esistenza di numerosissimi proverbi, tramandati da secoli nei vari Paesi viticoli molti dei quali giocosi, caricaturali o sarcastici, altri didascalici attinenti alle tecniche viticole ed enologiche, altri ancora moraleggianti. In una recente pubblicazione sono stati raccolti e commentati circa 5.500 proverbi italiani, molti dei quali comuni a varie regioni e spesso espressi in forma dialettale.