lunedì 14 gennaio 2019

Arte profumiera e vini

E' cosa intuitiva che tra arte profumiera e vini c'è un rapporto stretto. Nella prima il senso stesso della propria esistenza è insito nell'oggetto della propria produzione - i profumi appunto - nei vini figura l'ebrezza di coglierne le fragranze, magari provando a metterle in relazione con i vitigni e/o le zone di produzione. 

Come accade con certe fragranze, anche certi vini evocano sentimenti strani, persino contrastanti; in molti casi grandi emozioni, come accade quando si coglie nell'aria un profumo inebriante. E non è forse vero che l'arte profumiera stessa, col suo bisogno di fornire piacere a chi ne usa qualche goccia per sentirsi più attraente, è così simile a quella enologica, nate entrambe per cogliere in un recipiente il miracolo odorifero che la natura compie ogni giorno?

Da queste domande è nato l'evento, in collaborazione con The Merchant of Venice, nota maison di fragranze d’eccellenza. Una platea di una quarantina di persone ha potuto assistere a una degustazione atipica; due vini, un bianco dell’Alto Adige ottenuto dal vitigno gewürztraminer ed un rosso della Romagna ottenuto con sangiovese, sono stati avvicinati a otto profumi, creati dalla casa profumiera, alla ricerca di punti in comune. 

L’approccio olfattivo tra una fragranza ed un vino  è molto simile: in entrambi i casi si odorano le note iniziali, dette di testa, poi i profumi lievemente meno intensi, detti di cuore, e le sfumature finali più garbate, dette di fondo. 

Nei vini bianchi è piuttosto normale e frequente trovare sfumature di fiori e frutti freschi, agrumi e frutta bianca a polpa succosa, spezie delicate ed erbe aromatiche appena colte, come nel Gewürztraminer 2016 di Ritterhofforse il più intenso, il più ricco di sfumature floreali e speziate. Sentori analoghi a due delle etichette veneziane: il Rosa Moceniga, con le sue sfumature di rosa, limone, magnolia, fior di loto, vaniglia e muschio e il Suave Petals, con bergamotto, pesca, fiori d’arancio, rosa bianca e finale di patchouli. 

La terza fragranza, da donna, La Fenice, con le sue note più delicate di mandarino, biancospino, fiori di mandorlo e vaniglia ha mostrato punti in comune con vitigni bianchi più delicati, come il pinot bianco, l’arneis e il nuragus. La quarta, da uomo, Venetian Bluecoi suoi ricordi di bergamotto, mela, limone, ananas, pepe bianco, betulla e muschio potrebbe essere affiancato, invece, a vitigni semi aromatici quali kerner, riesling renano o grüner veltliner.

Anche il Romagna Sangiovese Superiore Riserva Thea 2015 dell’azienda Tre Monti ha rivelato i suoi caratteri più tipici: note terziarie, speziature più intense, caratteri tostati e un fruttato orientato a una maggior evoluzione e lavorazione, come le confetture o la frutta allo sciroppo o sotto spirito. Tra le fragranze che hanno proposto profumi analoghi a quelli del sangiovese ha giocato un ruolo rilevante Arabesque, con le sue rivelazioni di zenzero, prugna, foglia di tabacco, cannella e legno di cedro.

Più potente e tostato, vicino ai caratteri di un syrah o di un nero d’Avola il Mystic Incense: caramello salato, frutta secca, legni, incenso e cacao. LAndalusian Soul, invece, con i suoi aromi di acacia, ambra, rum, vaniglia, affumicature e balsamicità, si colloca a metà strada tra un rosso molto evoluto, magari a base nebbiolo, e un vino dolce da vendemmia tardiva.

Un'esperienza didatticamente preziosa, perché  mettere gli aspiranti degustatori davanti a un profumo inserito all'interno di una fragranza profumiera rende più semplice il suo riconoscimento anche nel vino.