E' cosa intuitiva che tra arte profumiera e vini c'è un rapporto
stretto. Nella prima il senso stesso della propria
esistenza è insito nell'oggetto della propria produzione - i profumi appunto - nei vini figura l'ebrezza di
coglierne le fragranze, magari provando a metterle in relazione con i vitigni e/o le zone
di produzione.
Come accade con certe fragranze, anche certi vini evocano sentimenti
strani, persino contrastanti; in molti casi grandi emozioni, come accade
quando si coglie nell'aria un profumo inebriante. E non è forse vero che l'arte
profumiera stessa, col suo bisogno di fornire piacere a chi ne usa qualche
goccia per sentirsi più attraente, è così simile a quella enologica, nate
entrambe per cogliere in un recipiente il miracolo odorifero che la natura
compie ogni giorno?
Da queste domande è nato l'evento, in collaborazione
con The Merchant of Venice, nota maison di fragranze
d’eccellenza. Una platea di una quarantina di persone ha potuto assistere
a una degustazione atipica; due vini, un bianco dell’Alto Adige ottenuto
dal vitigno gewürztraminer ed un rosso della Romagna ottenuto con sangiovese,
sono stati avvicinati a otto profumi, creati dalla casa profumiera, alla
ricerca di punti in comune.
L’approccio
olfattivo tra una fragranza ed un vino è molto simile: in entrambi
i casi si odorano le note iniziali, dette di testa, poi i profumi lievemente
meno intensi, detti di cuore, e le sfumature finali più garbate, dette di fondo.
Nei
vini bianchi è piuttosto normale e frequente trovare sfumature di fiori e
frutti freschi, agrumi e frutta bianca a polpa succosa, spezie delicate ed erbe
aromatiche appena colte, come nel Gewürztraminer 2016 di Ritterhof, forse
il più intenso, il più ricco di sfumature floreali e speziate. Sentori
analoghi a due delle etichette veneziane: il Rosa Moceniga, con le sue sfumature di
rosa, limone, magnolia, fior di loto, vaniglia e muschio e il Suave Petals, con bergamotto, pesca, fiori
d’arancio, rosa bianca e finale di patchouli.
La terza fragranza, da donna, La Fenice, con le sue note più delicate di
mandarino, biancospino, fiori di mandorlo e vaniglia ha
mostrato punti in comune con vitigni bianchi più delicati, come il pinot
bianco, l’arneis e il nuragus. La quarta, da uomo, Venetian Blue, coi suoi ricordi
di bergamotto, mela, limone, ananas, pepe bianco, betulla e muschio potrebbe
essere affiancato, invece, a vitigni semi aromatici quali kerner, riesling
renano o grüner veltliner.
Anche il Romagna Sangiovese Superiore
Riserva Thea 2015 dell’azienda Tre Monti ha
rivelato i suoi caratteri più tipici: note terziarie, speziature più
intense, caratteri tostati e un fruttato orientato a una maggior
evoluzione e lavorazione, come le confetture o la frutta allo sciroppo o sotto
spirito. Tra le fragranze che hanno proposto
profumi analoghi a quelli del sangiovese ha giocato un ruolo rilevante Arabesque, con le sue rivelazioni di
zenzero, prugna, foglia di tabacco, cannella e legno di cedro.
Più potente e tostato, vicino ai caratteri di un syrah
o di un nero d’Avola il Mystic
Incense: caramello salato, frutta secca, legni, incenso e cacao. L’Andalusian Soul, invece, con i suoi
aromi di acacia, ambra, rum, vaniglia, affumicature e balsamicità, si
colloca a metà strada tra un rosso molto evoluto, magari a base nebbiolo,
e un vino dolce da vendemmia tardiva.
Un'esperienza didatticamente preziosa, perché mettere gli aspiranti degustatori davanti a un
profumo inserito all'interno di una fragranza profumiera rende più
semplice il suo riconoscimento anche nel vino.