![]() |
La terra |
Ancora adolescente Josko comincia a vinificare le uve dei vigneti piantati intorno a casa. L’utilizzo dell’acciaio prima, e della barrique poi, segnano una strada che attraversa buona parte degli anni ’80 e ’90, fino alla svolta e all’introduzione in cantina delle "anfore" provenienti dalla Georgia, da cui deriva il nome dei suoi vini.
Una viticoltura, quella di Josko, che con il passare del tempo si è spogliata di ogni tecnicismo, naturale fino all’intransigenza, figlia di un attento lavoro in vigna, dove da oltre vent’anni è bandito ogni prodotto di sintesi. Gli oltre trenta ettari vitati, di cui la maggior parte di proprietà, sono situati in varie località del comune di Oslavia, in provincia di Gorizia. A un’altitudine che varia tra i 150 e i 270 metri sul livello del mare, le viti godono di esposizioni ottimali e crescono su terreni tipicamente calcarei e marnosi. In vigna, si applicano un rigore e un metodo che riconducono alle più antiche credenze popolari del territorio e alle più remote tradizioni locali, con il tempo dimostratesi autentiche più di ogni altra cosa. In cantina, le lunghe macerazioni sulle bucce e le lunghissime maturazioni in legno, sono naturali conseguenze di un percorso volto alla valorizzazione non solo delle uve ma di tutto il territorio in sé. È così che nascono vini unici, "infiniti", capaci di andare oltre ogni definizione legata al biologico o al biodinamico. Realizzati tutti secondo la medesima filosofia produttiva che vede
l’utilizzo di sole uve in perfette condizioni, raccolte a mano e subito
lavorate; la fermentazione avviene a contatto con le bucce nelle famose
anfore interrate, importate dalla Georgia, con lieviti indigeni e senza
controllo della temperatura. Dopo la svinatura e la torchiatura i vini
ritornano in anfora per almeno 5 mesi prima di iniziare la maturazione
in grandi botti di rovere dove restano per 6 anni.
![]() |
I vini |
Alcuni vini dell'Azienda:
Bianco Breg, uvaggio di Chardonnay, Pinot Grigio, Riesling Italico e Sauvignon Blanc nel millesimo 2008. Il colore è ambrato, molto concentrato dovuto all’assenza di filtrazione; il naso si apre con un insieme di buccia d’arancia amara, fiori gialli appassiti, miele di castagno, zafferano e una nota vegetale piuttosto pungente. Il palato è materico, inaspettatamente tannico e corroborato da una dotazione alcolica importante (15%) con una sensazione pseudocalorica piuttosto evidente dopo la deglutizione. Questo vino, benché sia bianco, per concentrazione estrattiva e spessore tannico va servito alla stregua di un rosso tra i 16 e i 18°C.
Bianco Breg 2006. Ricalca in parte i sentori del primo, cui si affiancano note salmastre e ossidative di ruggine che si rispecchiano nel palato in un contesto notevolmente strutturato.
Ribolla Anfora 2009. Quanto a struttura, rispetto al Breg, andiamo scendendo ma questo vino, oltre a note di mandorle tostate, ceralacca e tè matcha, restituisce in modo calligrafico l’aroma dell’uva Ribolla, ripagando in pieno gli sforzi di Josko che negli anni ha portato avanti diverse sperimentazioni per arrivare proprio a questo risultato. Ci approcciamo quindi alla Ribolla 2006 in cui si compie la sintesi tra la particolarissima e ricca impronta olfattiva e un corpo di notevole impatto. Per accompagnare quest’ultimo vino un risotto con melone e burrata. Alla domanda se questo possa essere considerato un abbinamento corretto, Mateja (figlia di Josko) risponde: “Ci sta abbastanza bene ma in fondo l'abbinamento non è importante se il vino è buono rimane buono qualunque cosa ci si abbini.
Azienda Agricola Gravner
Via Lenzuolo Bianco 9
30070 Oslavia (GO)
Tel. 0481 30882
www.gravner.it