Jèma di Cesari: Corvina in purezza.
Jèma di Cesari, vino da Corvina in purezza che
simboleggia il frutto più autentico e primigenio della Valpolicella vitivinicola. L’uva Corvina è storia nella campagna veronese e ancor di più è leggenda, nettare, vita, “pane” e tradizione di terra e di uomini.

Presente sin dal II secolo a. C. (il primo a descriverla è Plinio il Vecchio), la sua diffusione è raccontata con una delle più belle leggende del vino, dal sapore celtico, antico ed essenziale.
La favola dipinge una Valpolicella colma di uve bianche, presenti in ogni dove e talmente rigogliose da essere continuamente attaccate da voraci corvi. I contadini, stanchi di veder perdere significative parti del raccolto, iniziarono a cacciare senza quartiere i grandi passeriformi così da proteggere i dorati grappoli. Un vignaiolo però, trovando nel suo campo un corvo ferito, si mosse a pietà di lui e lo curò dandogli asilo nella propria capanna. Il corvo, a breve, si riebbe e condivise con l’uomo tempo, acqua e cibo, ma quando venne l’ora della partenza, al suo primo volo dopo la forzata convalescenza volteggiò prima sulle vigne del benefattore e poi su quelle di tutto il territorio circostante, compiendo un prodigio incredibile: trasformò tutti i grappoli bianchi in rossi, anzi quasi neri, donando loro quelle “ali” che avrebbero poi preso il nome dialettale di recie. Da quel giorno l’uva si chiamò Corvina.
Mettendo da parte le leggende il vitigno non trova altri luoghi d’elezione se non la Valpolicella anche se nel tempo è stato sempre oscurato dai vini che ha contribuito a realizzare: Amarone, Recioto o più semplicemente Valpolicella. Si capisce ancor meglio quindi il nome di
gemma che Cesari ha dato al proprio vino da Corvina in purezza, nettare unico, frutto della terra e della natura. A livello di gestione agronomica le uve del Jèma sono caratterizzate da una deciso diradamento dei grappoli al tempo dell’invaiatura, azione che consente una decisa concertazione di estratti, aromi ed elementi nei rimanenti grappoli. Ma questo non basta perché dopo la vendemmia, generalmente a fine ottobre, gli acini subiscono un appassimento per 20 giorni, pratica ben sopportata da un’uva che sembra tagliata per tale tecnica (buccia resistente, grappoli spargoli ecc.) e che concentra viepiù le sostante accumulate durante il periodo di maturazione. Una volta in cantina poi, dopo la fermentazione alcolica, il vino matura per 18 mesi in legni di varie capacità e affina in vetro per almeno 6 mesi prima di essere commercializzato.

Il millesimo 2010 (13,5% vol e 18 euro in enoteca) è denso nel calice, rubino e concentrato. L’olfatto è un ventaglio di sensazioni varietali e territoriali: amarene in sciroppo, prugne secche, gelso nero, tostature di cacao e caffè, cenni di pepe, nocciole, legni balsamici e sottili percezioni di humus a formare un insieme vivace e goloso al contempo. Coerente il sorso, elegante, dai tannini sottili e ben polimerizzati, struttura adeguata ma mai “pletorica”, sapidità presente e freschezza sempre sufficiente.
I ritorni sono coerenti con la via diretta, fruttati, tostati, speziati e persistenti. Insomma un vino da godere, ringraziando sempre quel corvo che cambiò colore alla Valpolicella.
Cesari
Loc. Sorsei, 3
37010 Cavaion Veronese (VR)
Tel. 030 9925811
www.cesariverona.it
info@cesariverona.it