lunedì 4 gennaio 2016

Jèma di Cesari


Jèma di Cesari: Corvina in purezza.

Jèma di Cesari, vino da Corvina in purezza che simboleggia il frutto più autentico e primigenio della Valpolicella vitivinicola. L’uva Corvina è storia nella campagna veronese e ancor di più è leggenda, nettare, vita, “pane” e tradizione di terra e di uomini.
Presente sin dal II secolo a. C. (il primo a descriverla è Plinio il Vecchio), la sua diffusione è raccontata con una delle più belle leggende del vino, dal sapore celtico, antico ed essenziale.
La favola dipinge una Valpolicella colma di uve bianche, presenti in ogni dove e talmente rigogliose da essere continuamente attaccate da voraci corvi. I contadini, stanchi di veder perdere significative parti del raccolto, iniziarono a cacciare senza quartiere i grandi passeriformi così da proteggere i dorati grappoli. Un vignaiolo però, trovando nel suo campo un corvo ferito, si mosse a pietà di lui e lo curò dandogli asilo nella propria capanna. Il corvo, a breve, si riebbe e condivise con l’uomo tempo, acqua e cibo, ma quando venne l’ora della partenza, al suo primo volo dopo la forzata convalescenza volteggiò prima sulle vigne del benefattore e poi su quelle di tutto il territorio circostante, compiendo un prodigio incredibile: trasformò tutti i grappoli bianchi in rossi, anzi quasi neri, donando loro quelle “ali” che avrebbero poi preso il nome dialettale di recie. Da quel giorno l’uva si chiamò Corvina.
Mettendo da parte le leggende il vitigno non trova altri luoghi d’elezione se non la Valpolicella anche se nel tempo è stato sempre oscurato dai vini che ha contribuito a realizzare: Amarone, Recioto o più semplicemente Valpolicella. Si capisce ancor meglio quindi il nome di gemma che Cesari ha dato al proprio vino da Corvina in purezza, nettare unico, frutto della terra e della natura. A livello di gestione agronomica le uve del Jèma sono caratterizzate da una deciso diradamento dei grappoli al tempo dell’invaiatura, azione che consente una decisa concertazione di estratti, aromi ed elementi nei rimanenti grappoli. Ma questo non basta perché dopo la vendemmia, generalmente a fine ottobre, gli acini subiscono un appassimento per 20 giorni, pratica ben sopportata da un’uva che sembra tagliata per tale tecnica (buccia resistente, grappoli spargoli ecc.) e che concentra viepiù le sostante accumulate durante il periodo di maturazione. Una volta in cantina poi, dopo la fermentazione alcolica, il vino matura per 18 mesi in legni di varie capacità e affina in vetro per almeno 6 mesi prima di essere commercializzato.
Il millesimo 2010 (13,5% vol e 18 euro in enoteca) è denso nel calice, rubino e concentrato. L’olfatto è un ventaglio di sensazioni varietali e territoriali: amarene in sciroppo, prugne secche, gelso nero, tostature di cacao e caffè, cenni di pepe, nocciole, legni balsamici e sottili percezioni di humus a formare un insieme vivace e goloso al contempo. Coerente il sorso, elegante, dai tannini sottili e ben polimerizzati, struttura adeguata ma mai “pletorica”, sapidità presente e freschezza sempre sufficiente.
I ritorni sono coerenti con la via diretta, fruttati, tostati, speziati e persistenti. Insomma un vino da godere, ringraziando sempre quel corvo che cambiò colore alla Valpolicella. 

Cesari
Loc. Sorsei, 3
37010 Cavaion Veronese (VR)
Tel. 030 9925811
www.cesariverona.it
info@cesariverona.it

Recioto Cantina Valpolicella Negrar

Recioto Cantina Valpolicella Negrar
 
Rosso, passito, dolce, un vino emozionale che per le sue caratteristiche organolettiche non trova paragoni. È il Recioto, il vino tipico della tradizione veronese, messo oggi in secondo piano dal ben più noto Amarone, di cui però si può considerare a tutti gli effetti padre.
 
 

Una pratica millenaria la produzione di vino qui in Valpolicella, che inizia nel VII secolo a. C. quando gli Etruschi portarono la coltivazione della vitis vinifera. Da allora, in queste terre si è sempre prodotto vino. In età romana, il vinum Rhaeticum, era il preferito dall'imperatore Augusto e veniva descritto da Plinio, come tipico della zona e declamato da poeti come Virgilio e Marziale; nel 500 d. C. Cassiodoro, Ministro del re Teodorico, selezionava per lui i vini da tutta Italia e dalla Valpolicella portava l’Acinatico, il preferito dal sovrano. Retico, Acinatico per poi diventare nello scorso secolo Recioto; un nome tipicamente veneto che deriva da recia cioè orecchio, perché per la produzione di questo vino veniva usata la parte migliore dei grappoli, la superiore, quella più ricca di sostanze zuccherine, le recie appunto. Agli inizi del Novecento la povertà dilagava da queste parti e non c’era molto di che nutrirsi, così questo concentrato di zuccheri ed estratti veniva usato come medicamento in caso di malattie debilitanti o dato alle puerpere per far loro recuperare le forze.

Qui in Valpolicella i vitigni autoctoni sono davvero tanti: la Corvina, protagonista indiscussa di questi meravigliosi vini ma anche Corvinone, Rondinella, Molinara, Oseleta; sono solo alcuni degli uvaggi previsti dal disciplinare e, in proporzioni diverse, creano lo stile di ogni singola azienda. Recioto ed Amarone nascono da queste stesse uve e da un'unica  vendemmia, fatta selezionando in vigna i grappoli migliori, posti in appassimento per circa quattro mesi per poi passare alla pigiatura ed alla fermentazione. È quando il grado alcolico raggiunge i 12 - 13 gradi che la fermentazione di quello che diverrà Recioto viene interrotta mentre per l'Amarone proseguirà fino all'esaurimento degli zuccheri. Ed è alla Cantina Valpolicella Negrar, una realtà consociata che raccoglie 230 soci, con terreni in ognuna delle vallate classiche, che è possibile degustare tutte le varie declinazioni del Recioto: dalla versione spumantizzata, metodo Charmat, alla Classica, prodotta con solo passaggio in acciaio, fino alla versione affinata in legno; tutti da sperimentare con abbinamenti per contrapposizione: con i dolci danno il meglio di loro certo, ma a tutto pasto, con accostamenti mirati, possono davvero stupire. La chicca da non perdere è Amando, un Recioto Ammandorlato dove Ammandorlato sta per amaro. Un grado alcolico un po' più elevato per una complessità di aromi intensi e avvolgenti di frutta rossa passita ed una nascosta venatura dolce-amara a chiudere; un vino che si potrebbe paragonare al Porto e che come il Porto può essere la perfetta conclusione di una cena originale. Non solo Amarone quindi in queste dolci colline veronesi.


Cantina Valpolicella Negrar
Via Ca’ Salgari, 2
37024 Negrar (VR)
Tel. 045 6014300
www.cantinanegrar.it
info@cantinanegrar.it